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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254874
Saltini, Guglielmo Enrico 22 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

venturo. Lo studio della civiltà di un popolo comprende intiero e sotto ogni aspetto quello del suo sapere, e la storia artistica, scientifica e

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Prato (n. 1752, m. 1833) apprese dal padre i rudimenti dell’arte, ma venne poi a Firenze e la studiò col Paoletti. Ritornato in patria dopo aver

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per assai tempo esercitandosi. Datosi con molto amore allo studio dei monumenti greci e romani, ne trasse gusto squisito, pratica delle buone regole, e

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, facendosi legge lo studio dell’antico e i nuovi esempi della bella scuola del Paoletti. Tali il Paccagnini di Montanino; il Fantastici, il Santi, il

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GIUSEPPE MANETTI fiorentino (n. 1761, m. 17 febbraio 1817) studiò in Roma l’architettura eoa molto profitto, e al suo ritorno in patria, appena di

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abilità nel modellare in creta, fu per generosa protezione di una nobile famiglia allogato a studio in Firenze presso lo Spinazzi; indi passò a Roma a

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quali tanta a studio del vero si compiaceva; e in fine quel gruppo colossale del soldato greco, che precipita con immanissima furia il fanciullo

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Come Antonio Canova restituiva la vita all’arte statuaria richiamandola principalmente allo studio degli antichi modelli greci, Lorenzo Bartolini la

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giovane di alte speranze. Applicatosi alle arti belle nella nostra Accademia, tanto andò innanzi nello studio, che dopo essere stato più volte premiato

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esce dall’acqua, della quale studiò il concetto nelle Stagioni del Thomson, poeta inglese; e più lo stupendo monumento della Signora Spence, italiana

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abbandonata tra noi. Il Papi (n. in Roma il 31 agosto 1806) venne per tempo in Toscana e qua dopo ostinata perseveranza e studio indefesso, giunse ad eseguire

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di rilievo assai bene. Datosi con molto amore allo studio dell’anatomia, tanto necessario a chi voglia andare innanzi nell’arte, si dette a modellare

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studio della zootomia e della filologia fu sua cura principale. E di questi lavori è ricco il nostro Museo, ma anch’essi si vorrebbero indicati con

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laboratorio, in breve rimase solo il Calenzuoli, che innamoratosi dell’arte, studiò indefessamente il disegno e l’anatomia, e si fece valente. Chiamato

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, passava nel 1792 in Roma a completarvi la sua istruzione d’artista, collo studio assiduo del bello, e anche per quella nobile gara d’emulazione, che suole

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nelle nostre ricerche, riprendendo a studio questo povero scritto, cercheremo di renderlo meno indegno del tema e della patria.

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scuola del Desmarais (maestro francese allora insegnante tra noi), e a quella istessa del Benvenuti; col molto studio e la lunga pratica dell’arte

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Ma uno dei meriti più rilevanti del Bezzuoli fu nel dipingere a fresco; e per coloro che hanno veduto di lui Alessandro il Macedone nello studio d

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Gazzarrini fu maestro di figura nella nostra Accademia. — Niccola Cianfanelli fiorentino (n. 19 luglio 1793, m. 30 agosto 1848), studiò prima sotto

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cieco con la sua famiglia, lavori condotti con bella verità. — Vincenzio Lami d’Empoli (n. 30 marzo 1807), studiò l’arte con amore. Il suo quadro della

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); poi il magnifico altare per la cappella medicea che da molti anni si va con grande studio preparando. Le formelle per il paliotto, le fiancate di

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, studiò diligente sopra le opere dei migliori, e senza imitare nessuno si fece uno stile proprio e originale. Se la vita gli fosse durata più lunga, l

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